Se

Se quelle mani che sono le mie mani potessero prendere le tue mani che sono le tue, lo farebbero.

Se quegli occhi che vedono i miei occhi fossero i miei, guarderebbero come sono diventata.

Se le spalle che spuntano al lato della testa mi appartenessero, si alzerebbero in segno di resa.

Se le vene che vedo irradiarsi nel dorso di quella mano che è la mia mano, venissero allo scoperto, saprei di che colore sono dentro io.

Se le gambe che tengono il peso di un corpo che non sento potessero muoversi, danzerebbero con te nello spazio di un verde prato.

Se i piedi con le cinque dita che conto tutti i giorni potessero parlare, mi direbbero che le dita sono ancora cinque e sono ancora le mie.

Se la pelle che segna il confine di un’anima stanca rivelasse i segreti che tiene dentro, non ci sarebbe differenza fra me e l’universo.

Se la musica che le orecchie stanno ascoltando adesso smettesse di suonare, potrei dire di essere sorda.

Se le unghie lisce che accarezzo fossero dipinte di colore, non sarebbero le mie.

Se il fremito che corre dentro al ritmo del cuore che dicono essere mio dovesse arrestarsi, smetterei di essere l’anima inquieta che sono.

Se fossi morta tutte le volte che l’ho temuto, avrei mille vite passate.

Se la voce che sento mi corrispondesse, canterebbe stonata.

Se tu fossi qui non scriverei parole che non sono mie.

Le lascerei agli altri.

Come ogni cosa che non mi appartiene.

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